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Vivere l’impresa – Volti ed ambienti nelle aziende di Prato

©KEVO.biz - Rimettaggio di un telaio jacquard
©KEVO.biz - Rimettaggio di un telaio jacquard

 

22 Maggio 2012.  Due anni di documentazione fotografica vedono la luce nel corridoio di familiarizzazione del Museo del Tessuto di Prato.

Un lavoro corale, fotografare l’attività dell’uomo, dove l’immagine finale è sempre un atto di collaborazione, più o meno cosciente, tra fotografo e soggetto fotografato.

Alla conferenza stampa la prima parola è stata: “Grazie”
Grazie perchè per l’appunto avere accesso alle ditte del distretto pratese, come di qualunque realtà industriale, non è semplice, in primis perchè si corre il rischio di rallentare o influenzare in qualche modo il ritmo lavorativo e poi perchè il luogo di lavoro è sacro, è uno spazio privato dove le tracce di chi vi passa buona parte della propria vita, sono evidenti.

Il mio operare è stato analizzato sotto tanti aspetti durante la fase di realizzazione, da quello tecnico/fotografico a quello corporativo, trattandosi di un corpus fotografico sviluppato appositamente per l’Unione Industriale Pratese, ma non molto è stato detto del panorama industriale pratese in se.
La provincia di Prato, un tempo unicamente caratterizzata dal settore laniero si è evoluta e questo mio tour fotografico è stata l’occasione per scattare un’istantanea del dove siamo adesso, a che punto, a quale stadio evolutivo.

VIVERE L’IMPRESA. VOLTI E AMBIENTI NELLE AZIENDE DI PRATO from KEVO on Vimeo.

Storicamente Prato è stata identificata con il settore della fibra rigenerata, un business intorno al quale tante ricchezze si sono generate ed hanno prosperato. Con il passare degli anni, dopo il boom del secondo dopo guerra, si è fatta sempre più forte la necessità di evolversi, quello che era stato un settore che sembrava immune alla crisi, ha dovuto fare i conti con una sempre più veloce frammentazione del mercato in settori specifici.

Prato, come qualunque altra realtà produttiva, ha risposto ai mutamenti della domanda, l’adeguamento non è certamente stato indolore, tanti lanifici del passato sono spariti, altri invece si sono aggiornati, riconvertiti in altri settori oppure specializzati in ambiti molto peculiari, quello che ho notato, a livello tessile è stata certamente una crescita di livello, anche rispetto agli archivi di tessuti moderni conservati presso il Museo del Tessuto di Prato, che ho avuto modo di consultare nel corso degli anni.

Il tessile pratese oggi è un prodotto maturo, un prodotto che si è internazionalizzato, le ditte tessili, come ad esempio la Marini Industrie spa ha investito molto sul piano progettuale, sul contenuto “culturale” di un tessuto, che è il primo elemento nella realizzazione dell’abito.

Nella progettazione di un tessuto entrano in gioco, stratificandosi, le varie sfere percettive, dall’aspetto visivo a quello tattile, fino ad una summa di elementi che si sintetizzano nell’espressione Ottocentesca “Zeitgeist”, se progettato a regola d’arte, il tessuto è uno dei maggiori portatori dello spirito del tempo che lo ha generato.

Per accumulare gli elementi necessari alla genesi dello Zeitgeist, tutta la filiera deve essere informata e partecipe della dimensione culturale a cui collabora, in questo Prato ha saputo creare un discendenza di imprenditori così come di operai e tecnici che seguono con partecipata passione le vicissitudini del proprio prodotto.

Una realtà unica nel panorama italiano è la ditta Lenzi Egisto spa, che ha fortemente spinto sul piano dell’innovazione tecnologica, andando a rappresentare un capitolo di eccellenza e di orgoglio per Prato, fra i tanti rimarchevoli risultati c’è un brevetto purtroppo attuale come tematica: il tessuto antisismico. Testato all’inizio dell’anno 2012 presso gli stabilimenti pratesi della ditta, questo prodotto permetterà alle costruzioni che lo dovessero adottare, di non accasciarsi su se stesse nel caso di evento tellurico.

Non bastano questi due singoli esempi a spiegare dove risieda la grandezza e l’unicità di una provincia come Prato, dedicata e votata al tessile, certamente la riflessione sarebbe lunga e molto articolata se affrontata da molteplici punti di vista, quali ad esempio quello economico oppure quello sociale, ci deve però essere una peculiarità a Prato, un genius loci, che altri distretti non avevano, ad esempio Biella, come abbiamo potuto verificare nella nostra recente trasferta “feltrosiana”.

Credere nella crescita e nello sviluppo del tessile non è un’equazione matematica, come ogni impresa richiede una propensione al rischio non comune, i margini di guadagno del dopo guerra sono ormai un lontano ricordo. In certi periodi riuscire a guardare lontano per non perdere la dimestichezza con un settore manifatturiero che ha attraversato ed attraversa ciclicamente delle crisi, non è un risultato scontato, il mondo industriale soffre dello stesso rischio di estinzione a cui era ed è esposto l’artigianato, in questo, la città di Prato ed i suoi giovani imprenditori rappresentano forse uno scenario molto particolare ed unico.

Daniel V. Kevorkian – KEVO.biz

industria tessile, mostra fotografica, Prato

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