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Arte Lungo le Mura reload

Chiara Valentini-limaxDal 6 settembre al 11 ottobre 2013 l’area espositiva DHG Art, in via Mauro Marcello Panconi 15 a Prato ospita il nuovo allestimento di Arte Lungo le Mura, una mostra-concorso organizzata in occasione dell’edizione 2013 di Feltrosa, la convention annuale sull’arte del feltro.

Gli artisti incontrano il pubblico venerdì 11 ottobre alle 16 per un momento di scambio e discussione sull’arte pubblica, per parlare assieme dei loro lavori, dei materiali e dei luoghi per l’arte. E per sperimentare il medium del feltro assieme al pubblico.

Otto lavori accomunati da una comune ispirazione e dall’uso di lana e feltro, nove modi per intervenire lungo il perimetro di un borgo medioevale che adesso diventano altrettante voci per testimoniare un sentimento condiviso, l’amore per l’espressione tessile e l’attenzione per la natura.

Allestire al chiuso opere pensate per spazi aperti, in ambiente totalmente diverso ha posto molti interessanti interrogativi: un lavoro d’arte ambientale, site-specific che vita avrà fuori dal contesto per il quale è stato creato?

Ogni lavoro ha una storia ed un destino diverso. Pensate per le pareti scabrose in pietra calcarea alcune, altre per affacciarsi sull’ampia vallata del Tevere, altre ancora per valorizzare scorci di vita paesana adesso rivivono al chiuso, in uno spazio allestito per ospitarle.

in mostra:

La decima porta, Alice Angioni – Roma
Io mi salvo da sola, Chiara De Marco – Firenze
Spazio vitale, Yana Drumeva – Bologna
Da dentro, Benedetta Monetti – Bologna
Sirin, Yulia Orlova / Olga Infantieva – San Pietroburgo Russia
Legami, Sonia Stefanutti – Tolmezzo UD
Limax Maximus, Chiara Valentini – Herákleion, Grecia
Questo sol m’arde e questo m’innamora, Cielo Pessione – Porchiano dal Monte (TR)

Gli artisti incontrano il pubblico venerdì 11 ottobre alle 16 per un momento di scambio e discussione sull’arte pubblica, per parlare assieme dei loro lavori, dei materiali e dei luoghi per l’arte. E per sperimentare il medium del feltro assieme al pubblico.

Se nell’intenzione iniziale dovevano commentare o mettere in luce elementi specifici del contesto paesano adesso le opere hanno vita autonoma: l’abbraccio generativo di due invertebrati evocato da uno dei lavori, appeso, secondo le indicazioni dell’artista, ad uno dei rami più alti di un pino secolare adesso si muove nel vano d’accesso alla galleria. Non più richiamo ad un’arcadia pastorale, paesaggio/natura nel divenire storico garantita dalla presenza di pini e di rovine, adesso Limax Maximus di Chiara Valentini è una scultura imponente che misteriosamente si avvolge su se stessa e si offre nella sua compiutezza formale.

La decina porta di Alice Angioni è una scultura vivente, ispirata ad un testo alchemico del XV secolo. Un lavoro che può esser visto come un giardino verticale e una testimonianza del rapporto fra spazi plasmati dall’uomo ed esigenze vitali vegetali.
Io mi salvo da sola di Chiara De Marco nasce ironicamente per le torri della cinta muraria del borgo: la treccia della principessa adesso è adagiata su una scala, la donna è artefice del proprio destino, nella modernità urbana.
Spazio vitale dell’artista bulgara Yana Drumeva è un’installazione delicata, una sorta d’infiorescenza d’ispirazione vegetale che aveva trovato collocazione sui muri in pietra: la stessa forma a spirale, dinamica e vitale, adesso si irradia dalle pareti dell’ex tintoria Bardazzi, sede di DHG Art.
Ugualmente pensato per le torri del borgo è Legami, di Sonia Stefanutti, un’imponete fasciatura del più alto torrione d’avvistamento della cinta muraria. Le lunghe strisce usate per fissare l’ampio arazzo alla torre sono avvolte adesso su se stesse, pronte per abbracciare nuovamente un edificio significativo o una comunità di persone,

Le piccole creature di Benedetta Monetti nel migrare dalla campagna alla città si sono trasformate in feticci, per ciascuno l’artista sta dipingendo un ‘santino’ che comporrà una sorta di mazzo di emblemi.
La sirena, Sirin in russo, delle russe di Sanpietroburgo Yulia Orlova e Olga Infantieva probabilmente è più leggibile nel suo richiamo alla mitologia ed al folklore, non verrà confusa con le galline che vengono allevate dagli abitanti del borgo poco distanti dal luogo in cui la variopinta scultura era stata collocata.

Il richiamo alla sede originaria è condensato in Questo sol m’arde e questo m’innamora di Cielo Pessione. Residente nel borgo per la cui passeggiata panoramica è stata pensata l’iniziativa, nel ricalcare e commentare con svelti tratti ricamati la ‘morfologia’ del borgo celebra i luoghi affettivi del vivere quotidiano, una mappa di incontri e di affacci sul mondo.

Nella foto: Chiara Valentini, Limax Maximus, 2013

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